Storia del Castello

Il Castello di Proh è un luogo ricco di storia, dal quale sono passati importanti personaggi dal Medioevo ai giorni nostri. Un’icona delle Colline Novaresi, che oggi rivive grazie alla Fondazione UniversiCà.

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NEL MEDIOEVO

Luogo di… delizie

La costruzione del Castello di Proh è databile al 1454-56. Si può ipotizzare che l’edificio nacque dove un tempo vi era una precedente casaforte a presidio del territorio facente parte del Ducato di Milano governato da Francesco Sforza. L’aspetto civettuolo del Castello e la presenza nei dintorni di fortezze ben più solide e strategiche, fa presumere che il suo scopo non fosse difensivo, ma bensì un luogo di svago e di delizie a disposizione del Duca.

NEL quattrocento

I Caccia di Mandello

Nel 1470 è infeudato da Galeazzo Maria Sforza e Bona di Savoia a Giorgio Caccia di Mandello, che lo fa ampliare e lo trasforma in edificio in mattoni a pianta squadrata.

Caccia di Mandello

l’occupazione

Le truppe
del Moro

Nel 1495 le truppe di Ludovico il Moro soggiornarono al Castello di Proh. Proprio all’illuminato regnante del Ducato di Milano si deve l’implementazione di un’opera idraulica di primaria importanza: la Roggia Mora. Questo canale, che passa a poche centinaia di metri dal Castello, serve tutt’oggi un ampio territorio che arriva fino a Vigevano (Pv), compiendo un tragitto di circa 60 chilometri.

Famiglia Caccia

nel cinquecento

I Caccia…
e gli echi manzoniani

A fine Cinquecento il Castello di Proh fu di proprietà di Filiberto e Giovanni Battista. Quest’ultimo, detto “il Caccetta” è ricordato per l’efferatezza dei suoi delitti; una serie di coincidenze fanno presumere che abbia ispirato la penna di Alessandro Manzoni per uno dei suoi personaggi più celebri: don Rodrigo.

a fine XVII secolo

I Cattaneo di Proh

Nel 1672 il Castello fu ceduto alla famiglia Cattaneo, di cui si ricordano i fratelli Gaspare e Giacomo Filiberto. Due anni dopo ottennero il titolo comitale.

Cattano di Proh

NEL xix secolo

Da Castello a… grande cascina

Nel 1797 vi fu un nuovo passaggio di proprietà. Il Castello fu acquistato dai Conti Arese Lucini, antica e importante famiglia nobiliare milanese: Francesco Arese Lucini fu senatore del Regno di Sardegna e stretto amico di Napoleone III,
La sua posizione strategica tra la piana coltivabile a risaia e i primi rilievi collinari del Monteregio lo resero luogo ideale per la produzione agricola e vitivinicola.
Nacquero così una serie di strutture a servizio della funzione rurale: stalle, casolari per i braccianti, pollai.

Arese Lucini

dal novecento

Opus est vita:
I Marelli

Opus est vita: il lavoro è vita. E’ il motto affisso su un’effige all’ingresso del Castello per volontà della celebre famiglia di imprenditori Marelli, che dal 1917 ne sono proprietari.

L’edificio e i grandi appezzamenti circostanti divengono fulcro di una civiltà contadina, con la creazione, tra le mura della Rocchetta, di appartamenti per i braccianti, di ghiacciaie e depositi di riso.

Nel 1960 l’ingegner Fermo Marelli, commissiona una serie di restauri inerenti i torrioni laterali, i tetti e la ricostruzione della torretta centrale del Castello. L’edificio è abitato e impiegato fino agli Anni Settanta.

dal 2020

Rinasce il Castello
con Fondazione UniversiCà

Dal giugno 2020 il Castello, il parco storico e la grande area rurale circostante sono affidate in comodato venticinqurnnale dai Marelli alla Fondazione UniversiCà, che ha già riqualificato e gestisce due poli museali in Alto Piemonte. La Fondazione avvia un importante progetto turistico-culturale a vantaggio del territorio con l’obiettivo di rendere pienamente fruibile al pubblico tutta l’area del Castello, inultilizzata da quarant’anni.

Sono intrapresi importanti restauri sull’edificio e manutenzioni straordinarie del grande compendio, e una serie di prime attività culturali. Questo luogo iconico, sarà ulteriormente valorizzato anche grazie a due progetti PNRR finanziati dall’Unione Europea – NextGenerationEu, per trasformare questo luogo nel Cultural Park delle Colline Novaresi.

Carlo Marelli, rappresentante della proprietà e Anna Belfiore, presidente Fondazione UniversiCà